Territorio

2.1 PREMESSA

Di origini molto antiche, i latini lo dedicarono al dio Giove (Lucus Jovis), l’antico Bosco di Jaci era un imponente e fitto bosco di macchia mediterranea che si estendeva nel versante orientale dell’Etna, nei territori sui quali successivamente sarebbero sorti i borghi che avrebbero dato origine agli abitati di Acireale, Acicatena, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Aci S. Filippo, Mascali, Giarre e Riposto e nell’entroterra S. Venerina, Fleri, Zafferana Etnea, Lavinaio, Monterosso e Viagrande…… All’epoca del dominio romano, la presenza di una importante via di comunicazione, la strada consolare Pompea che rappresentava la direttrice romana Messina –Siracusa, caratterizzava l’intera area sia per una fiorente attività commerciale sia in quanto anche luogo ideale per brigantaggio e malaffare. A più riprese investito da colate laviche (394 a. C. e 1329 d. C.), l’originario bosco di Jaci, che ancora nel XVI secolo era un’entità unica ed arrivava a lambire addirittura l’attuale piazza Duomo ad Acireale, fu concesso in anfiteusi o dietro gabella ai cittadini per i quali costituì un’importante fonte di reddito. Le sfruttamento economico non impedì tuttavia che il bosco ospitasse ancora a lungo briganti che trovavano nella fitta vegetazione e nel complesso sistema di grotte laviche del luogo rifugio sicuro per le loro malefatte. Va ricordato come ne 1675, durante la guerra franco-spagnola, il bosco fu teatro della strenua resistenza degli acesi che dopo aver fortificato un costone tra la frazione di Fleri e quella di Pisano, in località detta Fortinu, riuscirono a respingere i francesi nei pressi di San Leonardello. Nel XVIII secolo ebbe inizio il disboscamento del bosco per ricavarne terreno per l’impianto di vigneti. Tale trasformazione interessò anche l’idrografia del luogo con conseguente riduzione del lago della Gurna presso Mascali e l’ampliamento dei pantani dell’Auzzanetto, in prossimità dell’abitato di Riposto che ben presto costituirono un pericoloso focolaio di malaria. All’inizio del 1800 il bosco di Jaci aveva perduto la propria integrità ed era già frazionato dall’intensa opera di urbanizzazione e di trasformazione per ricavarne terreni da destinare agli insediamenti urbani e all’agricoltura.

2.2 AMBITO TERRITORIALE INTERESSATO

Oggi, nonostante il pesante intervento antropico, quello che resta dell’antico Bosco di Jaci è comunque da considerarsi come un importante relitto dell’antica copertura vegetale tipica della fascia pedemontana etnea, anche se fortemente ridotta e degradata dall’opera dell’uomo. Attualmente lembi dell’originario Bosco di Jaci permangono ancora nelle frazioni di Fleri e Pisano, in territorio di Zafferana Etnea, ed anche nei pressi degli abitati di Santa Maria degli Ammalati, di San Giovanni Bosco e di Linera, tra i comuni di Santa Venerina e di Acireale. Significativi resti dell’imponente antico Bosco di Jaci si trovano ancora a Santa Maria La Stella, Lavinaio e Monterosso nel territorio comunale di Aci Sant’Antonio. Anche le attuali formazioni boschive che si rinvengono in prossimità degli abitati di San Gregorio e di Ficarazzi in territorio comunale di Acicastello possono essere considerati residui riconducibili all’antico Bosco di Jaci. Alla luce di quanto sopra e a seguito delle adesioni al Patto di Comunità di enti locali i cui territori ricadono nell’originaria area dell’antico bosco di Jaci, di associazioni ambientaliste e culturali e di portatori di interesse locale, il territorio che si propone per l’istituzione dell’Ecomuseo “Antico Bosco di Jaci” è rappresentato dall’area comprendente i singoli territori dei Comuni aderenti.

Esperti che hanno aderito al Patto di comunità per l’istituzione dell’Ecomuseo “Antico Bosco di Jaci” Angelo Messina, già Prof. Ordinario di Zoologia, Univ. di Catania. Biologo naturalista con esperienza nel campo delle Scienze Ambientali. Mario Alberghina, già Prof. Ordinario di Biochimica, Univ. di Catania. Pres. Accademia Gioenia di Scienze Naturali, esperto in divulgazione scientifica. Marco Benanti, giornalista. Carlo Blanco, già Prof. Ordinario di Fisica, Univ. di Catania e Direttore dell’Osservatorio. Esperto astronomo e climatologo Giuseppe Leonardi, economista esperto in formazione manageriale e programmi comunitari. Antonella Mandalà, naturalista, Dirigente scolastico. Esperta in progetti di recupero e restauro beni culturali. Giuseppe Messina, naturalista, dottore di ricerca in biotecnologie cellulari. Esperto in comunicazione, computer grafica, social media, prodotti editoriali. Fulvio Obici, elettronico-informatico, esparto Analista economico-finanziari e della Comunicazione pubblica sui Fondi strutturali dei Programmi Operativi Comunitari della Ricerca. Angelo Pagano, fisico, Dirigente di Ricerca Ist. Naz. di fisica nucleare (INFN). Esperto in fisica sperimentale e nella divulgazione scientifica nel campo della fisica. Alfio Patti, scrittore, esperto in cultura popolare. Pietro Pavone, già Prof. Ordinario di Botanica e Direttore dell’Orto Botanico Univ. di Catania. Esperto nel campo delle Scienze Botaniche. Nello Russo, dottore agronomo, Coordinatore Movimento Azzurro Regione Sicilia, con esperienza nella organizzazione di eventi. Daniele Scalisi, Economista esperto in progettazione in ambito Europeo, Nazionale e Regionale nel settore della Ricerca Scientifica e dell’ Innovazione Tecnologica e della Creazione d’Impresa. Claudio Torrisi, chimico, esperto in tutela della sicurezza ambientale Edoardo Tortorici, Prof. Ordinario di Topografia Antica, Univ. Catania. Archeologo, esperto in recupero e gestione del patrimonio culturale. I Soggetti Proponenti la presente richiesta si riservano di definire puntualmente il perimetro del territorio dell’Ecomuseo “Antico Bosco di Jaci” a seguito di formale adesione al Patto di comunità da parte di altri Enti locali e che hanno già manifestato interesse all’iniziativa e sulla base dei Luoghi di visita e dei Punti di interesse coinvolti nei Percorsi di visita (Vedi Punti 7.1 e segg.).